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Rovereto, 19 marzo 2017
INDIFFERENZA A ROVERETO
In quegli alberi l’identitÀ di una via

lettera di Gloria Lucchini
dal Trentino di domenica 19 marzo 2017

Gli alberi sono stati tagliati, è un dato di fatto. Fino all' ultimo ho sperato in una soluzione meno drastica.

Mentre stavo per imboccare via Benacense a Rovereto mi sono detta "non riesco ad immaginarla senza alberi". Erano le nove di domenica mattina 12 marzo e non ho dovuto nemmeno immaginare perché, in un misto di indifferenza, stupore, disinformazione e purtroppo anche di compiacimento, il primo olmo era già caduto e poi ad uno ad uno tutti gli altri previsti per questa prima fase di lavori; in tutto sembrano saranno tagliati 22.

Ma appesi lungo la via ci sono alcuni rendering di come questa via sarà a lavori ultimati. Una via in una città con gli anni assume un'identità data dal vissuto delle persone, dal susseguirsi degli eventi e delle varie generazioni, da bimbi che poi diventano uomini e donne.

Ogni strada porta un nome perché è "memoria”. Quegli alberi di via Benacense hanno accompagnato da 50 anni lo scorrere del tempo, hanno donato ombra e ristoro a chi dalla periferia si recava in città. Protetti anche in giornate caldissime d'estate dalle loro chiome, protetti anche dallo smog di una via molto trafficata.

Ricordo di aver una volta percorso quella strada quando il rione Giovanni XXIII era da poco nato la strada era desolata e triste, priva di un'identità, di storia.

Poco per volta accanto alla crescita di quegli alberi si è creata l'identità di Via Benacense. Ora dopo tanti anni, quasi 50, sicuramente aveva necessità di essere risistemata. In tutti questi anni, essendo in periferia, ogni lavoro fatto sui marciapiedi lasciava una nuova traccia, un nuovo solco sino ad arrivare ad avere marciapiedi sconnessi non solo dalle radici. Ora c'è forse ancora, mi chiedo, la possibilità di rispettare questa identità di periferia. In centro città sono state riviste due strade, via Santa Maria evia Paganini, e lo si è fatto rispettando l'identità del passato ed arricchendo con delle piante, il presente.

Vorrei che questo succedesse anche per via Benacense, via di periferia, ma non per questo meno importante, che si potesse pensare ad un arredo urbano che tenga conto che anche questa via ha la sua storia importante per chi vi abita. I rendering esposti sono belli, ma non trasmettono nulla, guardandoli potremmo pensare ad una qualunque via di una città sconosciuta.

Come quando ci propongono, al computer, una casa in vendita arredata meravigliosamente, bellissima, perfetta, ma manca il cuore, manca traccia di chi ci abita, di chi la vive. Bellissimi i ginkgo biloba, ma indipendentemente dall'albero scelto per rimpiazzare gli olmi, dovremo purtroppo aspettare molti anni perché via Benacense torni a somigliare un poco a ciò che era, riprendendo la sua identità e tornando ad accompagnare il cammino con un po'd'ombra e con l'aggiunta di classiche panchine in legno come quelle del Centro. Spero che tutte le specie animali che fino ad oggi abitavano gli alberi possano ritrovare un ambiente a loro adatto.

Mia nipote mi ha detto: "gli insetti fanno parte della natura, se loro non vivono non viviamo nemmeno noi".

Quando si decide di abbattere, è necessario ricostruire non solo con criteri di modernità ma anche con il rispetto per il passato e il vissuto.

Gloria Lucchini

 

      
   

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