Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, Camera dei deputati, mercoledì 15 febbraio 2007 Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Ascierto; Zanotti ed altri; Naccarato; Mattarella ed altri; Ascierto; Galante ed altri; Deiana; Fiano; Gasparri ed altri; Mascia; Boato; Boato; Boato; Scajola ed altri; D'Alia; Maroni ed altri; Cossiga; Cossiga: Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto MARCO BOATO. Signor Presidente, rappresentante del Governo e colleghi, abbiamo iniziato il dibattito generale su questa riforma lo scorso 5 febbraio; concludiamo la prima lettura oggi 15 febbraio: dieci giorni, soltanto dieci giorni di lavoro intenso, positivo e costruttivo di questo ramo del Parlamento. Sono trascorsi trent'anni dalla legge di riforma del 1977; sono passati dieci anni dai primi progetti di riforma che risalgono al periodo del primo Governo Prodi, con la Commissione Iucci. Nella scorsa legislatura, le profonde divisioni nel Governo e le tensioni anche tra i servizi e lo stesso CESIS avevano impedito una riforma legislativa cui pure noi, all'epoca dall'opposizione, ci eravamo dichiarati disponibili; in questa legislatura, grazie alla comune elaborazione tra i membri del COPACO, grazie alla posizione unitaria assunta dal Governo - che ha comunque rispettato pienamente l'autonomia del Parlamento -, grazie ad un proficuo rapporto tra maggioranza ed opposizione (che ha dato vita ad una larghissima convergenza), grazie, in particolare, al ruolo positivo e costruttivo svolto dal presidente e relatore Luciano Violante, siamo finalmente riusciti ad avviare e riusciremo oggi ad approvare in prima lettura un organico disegno di riforma dei servizi di informazione, del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e della disciplina del segreto. Abbiamo ripetutamente richiamato il cambiamento del contesto geopolitico, con la fine della guerra fredda e la nascita di nuove minacce internazionali, di nuovi conflitti armati, del terrorismo internazionale e della proliferazione atomica. Anche e soprattutto per questo era necessaria una profonda riforma del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Abbiamo più volte ricordato in quest'aula le vicende negative, che hanno riguardato mezzo secolo di storia italiana dal dopoguerra. Abbiamo anche dato atto di altri aspetti positivi, che hanno consentito al nostro Paese, almeno finora ma ci auguriamo anche per il futuro, di non essere teatro di grandi attentati ad opera del terrorismo internazionale, che pure hanno funestato altri paesi; penso agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna, alla Spagna, ma anche a paesi del Medio oriente, dell'Africa e dell'Asia. Con la riforma che oggi approviamo si è superata la dicotomia tra servizio dipendente dal Ministero della difesa e servizio dipendente dal Ministero dell'interno, che aveva reso difficile e spesso impotente il ruolo del CESIS e assai debole la responsabilità politica del Presidente del Consiglio. Si è quindi scelta la strada maestra del rafforzamento della responsabilità politica del Presidente del Consiglio, del potenziamento del ruolo del DIS, che succede al CESIS, e della dipendenza di entrambi i servizi, interno (il SIN) ed esterno (il SIE), dall'unica autorità politica, direttamente, o in alcuni casi, attraverso l'autorità delegata (ministro o sottosegretario che sia). All'interno del DIS si collocano l'ufficio ispettivo, l'ufficio centrale per gli archivi, l'ufficio centrale per la segretezza (UCSE), la scuola di formazione. C'è un assoluto parallelismo tra le funzioni del SIE, che succede al Sismi, e quelle del SIN, che succede al SISDE, ma non dovrebbe trattarsi di un mero cambio di denominazione. Tale cambiamento dovrebbe far superare squilibri da una parte e sovrapposizioni dall'altra, ma anche possibili interferenze dell'uno rispetto all'altro. Sul piano della responsabilità politica emerge il ruolo centrale del Presidente del Consiglio e, direttamente a lui collegato, dell'autorità delegata, se istituita. Emerge anche l'importanza, al posto del più ampio CIS, del nuovo CISR, il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Sotto il profilo del rapporto tra il Governo, il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e il Parlamento, è stato messo in evidenza da tutti - lo sottolineo anch'io - il rafforzato ruolo del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, preposto ad un più stringente controllo parlamentare. Temi di particolare delicatezza sono, come tutti sanno, due questioni: le cosiddette garanzie funzionali, con la previsione di una speciale causa di giustificazione, e la questione del segreto di Stato, della sua tutela e della sua opponibilità, ma anche del suo superamento. Le cosiddette garanzie funzionali sono ovviamente uno degli aspetti che possono suscitare maggiori preoccupazioni nell'opinione pubblica, ma sono state introdotte sulla base di una forte responsabilità politica e sulla base di criteri molto rigorosi, tali da escludere o rendere improbabili violazioni o deviazioni troppo facili, che comunque sarebbero sanzionate severamente. A questo riguardo voglio dire al collega di Alleanza nazionale che mi ha preceduto che in nessun caso questa legge renderebbe giustificabile un sequestro di persona, illegalmente attuato nel nostro Paese da agenti di un servizio segreto estero, con la collaborazione ipotizzata di quello italiano; sequestro di persona che è esplicitamente vietato, anche in riferimento alle garanzie funzionali, da questa legge Analogamente delicate ed importanti sono le norme riguardanti il segreto di Stato, sulle quali, in caso di conflitti di attribuzione tra potere politico e autorità giudiziaria, sarà chiamata alla fine a giudicare la Corte Costituzionale. Infatti, con questa riforma, il ricorso alla Corte diventa effettivamente la norma di chiusura e di massima garanzia del sistema, ma in ogni caso, vorrei ricordarlo, l'autorità giudiziaria, che ha il dovere di esercitare l'azione penale, potrà continuare la sua opera quando la materia coperta dal segreto di Stato non sia essenziale per il proseguimento dell'indagine e per l'accertamento delle responsabilità penali. Ovviamente, dal segreto di Stato sono in ogni caso escluse le notizie, i documenti e i fatti relativi a reati di terrorismo, di eversione dell'ordine costituzionale, di strage o di attività criminali mafiose. Con questo testo unificato, con questa riforma, si possono dunque rafforzare le garanzie, l'efficacia e l'efficienza degli apparati preposti alla sicurezza della Repubblica, ma soltanto il futuro - l'ho già detto nella discussione sulle linee generali e lo ripeto - ci dirà se queste norme saranno sufficienti per evitare il riprodursi di errori e deviazioni del passato e se saranno sufficienti per garantire un miglior funzionamento del nostro sistema e dei nostri servizi di sicurezza. Noi ci auguriamo che lo siano. Noi tutti abbiamo fatto un lavoro importante e positivo per definire una riforma organica del sistema di informazione per la sicurezza che dia capacità di intelligence a questi apparati del nostro Paese, ma esclusivamente finalizzate alla sicurezza della Repubblica democratica.
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MARCO BOATO |
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