Trento, 7 gennaio 2001
L'ULIVO TRENTINO E IL PATT VERSO LE ELEZIONI POLITICHE DEL 2001
Intervista a Marco Boato
de l'Adige del 7 gennaio 2001
Marco Boato interviene sull'accordo tra il Patt e la Lega. Non lancia ultimatum ("lo faremo solo quando l'intesa, sarà ufficiale") ma ricorda che da sempre il centrosinistra ha posto come condizione necessaria l'appartenenza alla medesima coalizione in Provincia, in Regione e per le politiche. Quindi mette in forse la poltrona di assessore di Franco Panizza, così come ha fatto l'Obmann della Svp Brugger in un'intervista rilasciata ieri al nostro giornale. Il deputato trentino, eletto nel '96 nelle liste dell'Ulivo, ricorda: "Pur essendo molto lontano dalle posizioni del Patt sono stato il primo a parlare di una nuova alleanza in Regione, quando si è aperta la crisi di giunta, e di allargamento della maggioranza provinciale. L'ho fatto perché nel novembre '98, assieme a DelIai, avevamo definito con il Patt un accordo programmatico, che poi è saltato per le vicende legate al Consiglio provinciale".
Andreotti doveva essere Il presidente dell'assemblea, ma Cristofolini, eletto in via provvisoria, non si è più mosso.
Già, ma ha fatto bene Bondi, come ho letto nei giorni scorsi, a lasciare la porta aperta, finché la questione delle alleanze non sarà definita. Da parte del centrosinistra c'è sempre stata la massima disponibilità al dialogo: il Patt, invece, ha dato la sensazione di voler giocare su due tavoli, anzi su tre, se si tiene conto dell'incontro del segretario Bezzi con D'Antoni.
Il centrosinistra trentino più volte ha posto la questione della coerenza tra Provincia, Regione ed elezioni politiche.
Sì, siamo per la coerenza nelle alleanze. Il Patt, invece, ha "incassato" l'assessorato di Panizza e continuato in questo doppio o triplo gioco che non fa onore.
Panizza dovrà lasciare l'assessorato regionale?
Sarebbero i cittadini stessi a restare sconcertati di fronte ad una forza che si allea in Regione con il centrosinistra ma che alle politiche sceglie, se così sarà, gli avversari del centrosinistra stesso, della Svp e di quelle riforme statutarie che hanno costituito la base dell'accordo regionale.
Quindi, dovrà lasciare?
Non sono abituato ai toni ultimativi. Aspettiamo la definizione degli accordi e lavoriamo per definire la coalizione di centrosinistra. Solo alla fine prenderemo atto delle decisioni necessarie.
Secondo lei Dellai dovrebbe candidarsi? Il senatore Robol lo ha lanciato a Roma...
Se Dellai ritenesse di candidarsi, ne avrebbe pieno diritto e nessuno gli metterebbe degli ostacoli, così come ha detto Rutelli durante la visita in Trentino. Dal punto di vista politico sono però d'accordo con la sua idea: sarebbe un grave errore abbandonare a metà del percorso, tanto più in una legislatura difficilissima e decisiva per la realizzazione della riforma istituzionale.
Forse scatterebbe subito il ribaltone...
Non lo so. La candidatura di Dellai rischierebbe di destabilizzare la situazione politica provinciale, che invece va rafforzata. Ritengo poi sbagliato che alcuni esponenti del centrosinistra insistano per la sua candidatura: sembra quasi che vogliano mandarlo via.
Anche perché la carica di presidente della Provincia è più importante di quella di un qualsiasi parlamentare.
È vero. E se ne accorse ben presto anche Bruno Kessler. Quando era a Roma mi chiese un consiglio sulla possibilità di candidarsi alle regionali dell'88, in modo da tornare in Trentino.
Per il centrosinistra non esiste anche un problema legato alle Genziane? Il coordinamento del movimento autonomista ha annunciato che si presenterà con candidati propri, anche se poi l'assessore PaIlaoro ha detto che lui non ha partecipato all'incontro.
Credo che le Genziane più che altro abbiano voluto porre una questione di pari dignità e di rappresentanza all'interno del centrosinistra. Ricordo peraltro che in Provincia sono rappresentate ben più di altre forze politiche, avendo tre consiglieri e altrettanti assessori. Da parte dell'Ulivo, anche in vista delle politiche, c'è sempre stata grande attenzione nei confronti delle Genziane.
Il Duemila ha portato non pochi litigi all'interno della giunta provinciale, dalla Val Jumela alla Valdastico.
A dire il vero si tratta di problemi che fanno riferimento ad un passato non più recentissimo. Mi sembra che ultimamente la situazione sia un po' migliorata.
Cosa è successo?
Si è capito che molte difficoltà erano dovute anche ad un deficit di collegialità politica. Nel corso di una riunione del coordinamento dell'Ulivo si è parlato a lungo di questo tema, anche in chiave autocritica.
Qual è stato il risultato finale?
Abbiamo deciso che bisogna far valere il confronto, ben sapendo che in una coalizione ci sono forze e culture diverse tra loro. Lo hanno capito tutti e in giunta è stato adottato un metodo più collegiale, lo stesso che deve valere anche per le politiche: ogni candidatura arriverà con il consenso di tutti, senza alcuna forzatura.
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