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Trento, 12 maggio 2004
Nelle acque della Sarca si continuino ad immettere
le acque delle sorgenti di Stenico

Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per l’Ulivo

Nei ricordi delle persone più anziane il fiume Sarca – “la Sarca” come è chiamata in molte delle valli attraversate dalle sue acque – scorreva impetuosa dalle sorgenti della Val Genova e delle Dolomiti di Brenta attraverso la Val Rendena, la Busa di Tione, le Giudicarie Esteriori, la Valle dei Laghi ed il Basso Sarca. Le opere di derivazione idroelettrica hanno letteralmente devastato nel giro di pochi anni quanto la Natura aveva realizzato in milioni di anni. Queste opere hanno portato al Trentino indubbi benefici economici, che sarebbero però molto più riconoscibili se la proprietà delle centrali fosse della Provincia o degli Enti locali. Oggi in molti tratti del suo alveo la Sarca è ridotta ad un ridicolo corso d’acqua, quasi insignificante durante la stagione estiva. Nel tratto a valle della diga di Ponte Pià, tra Ponte Arche e Tione, il flusso d’acqua è rappresentato solamente dal cosiddetto “Minimo deflusso vitale continuo”, e, fortunatamente, in luogo delle acque della Sarca a monte della diga di Ponte Pià, di colore poco rassicurante - peraltro il sottoscritto non dispone di un’analisi circa le qualità intrinseche - l’acqua è quella purissima delle sorgenti di Stenico (tra cui quelle del Rio Bianco, le più famose), che l’ENEL in adempimento agli obblighi, immette immediatamente a valle della centrale idroelettrica del CEIS di Stenico in sinistra idrografica. Il corso d’acqua così ricostituito attraversa l’abitato di Ponte Arche e lambisce il Parco delle Terme di Comano, uno di più ampi e bei parchi termali d’Italia, per proseguire quindi nello straordinario ambiente naturale del canyon del Limarò, per il quale è in corso l’iter di inserimento nell’elenco dei SIC – siti di importanza comunitaria costituiti nella Rete Natura 2000 prevista dalle direttive vigenti. Va qui ricordato che lo stabilimento termale di Comano è il più importante luogo di cura termale del Trentino e basa tutte le sue fortune proprio sulla qualità delle acque: per gli abitanti della zona, per gli operatori turistici e per le migliaia di ospiti termali, la vista delle acque del fiume Sarca prospicienti il luogo di cura (pur non essendo impiegate per alcuna attività terapeutica) è dunque di primaria importanza. Nello stesso tratto di fiume lo scorso anno si svolsero pure i campionati mondiali di pesca alla trota “spinning” e la zona è meta settimanale di un interessante nicchia del mercato turistico, i pescatori sportivi. A valle del Terme, il canyon attira centinaia di appassionati della natura selvaggia ed il Servizio Ripristino e Valorizzazione della PAT sta realizzando un apposito percorso per la visita dei luoghi.

Risulta allo scrivente che l’ENEL si appresta ad impiegare ai fini idroelettrici la predetta portata di deflusso, utilizzando peraltro l’acqua della Sarca a monte della diga di Ponte Pià, dirottando diversamente nella centrale di S.Massenza le acque delle sorgenti di Stenico, privando pertanto il Sarca dell’apporto di maggior qualità. L’acqua delle Sorgenti di Stenico sarebbe per così dire “sostituita” da un maggior rilascio delle acque del lago di Ponte Pià che, ripeto, ad una visione superficiale e non approfondita da un punto di vista scientifico appaiono nettamente peggiorative.

Se da un lato il rilascio dal Lago di Ponte Pià consentirà infatti di mantenere più regolare rispetto ad oggi il minino deflusso vitale durante tutto l’arco dell’anno, in quanto le sorgenti di Stenico sono soggette a forti variazioni di carattere stagionale, con forti morbide estive e notevoli secche invernali, c’è la forte preoccupazione da parte degli abitanti, degli operatori economici, dei pescatori locali che la qualità delle acque che attraversano Ponte Arche, che fiancheggiano le Terme di Comano e che scorrono nel Limarò possano essere di peggiore qualità, intrinseca e visiva. E’ unanime il pensiero che sia preferibile veder scorrere meno acqua nell’alveo nel periodo invernale, sapendo e vedendo però che è di alta qualità. Piuttosto che vedere un flusso regolare di acqua durante tutto l’anno, ma peggiore. Ciò apparirebbe grave soprattutto durante la lunga stagione turistica termale, che inizia generalmente il primo aprile per chiudersi nella prima metà di novembre, con riflessi evidentemente molto negativi sull’immagine della stessa stazione termale.

Si tenga infine presente che il tratto interessato è stato inserito nella Variante 2000 al Piano Urbanistico Provinciale quale “parco fluviale”, ciò evidentemente per le rilevanti caratteristiche ambientali della zona. Nel progetto di massima per una gestione del “Parco fluviale”, redatto a cura dell’Ecomuseo della Judicaria “dalle Dolomiti al Garda” con risorse economiche dei Comuni locali, si prevede tra l’altro la valorizzazione del tratto che va dalla confluenza del rio generato dalle Sorgenti di Stenico fino alle sorgenti stesse, lungo la valle denominata “dei Molini”, interessata da rilevanti caratteristiche di tipo ambientale ed etnografico. E’ inaccettabile che le acque delle sorgenti di Stenico siano deviate nella parte finale del loro naturale transito per essere dirottate forzatamente ad altra destinazione, facendo così morire un affluente della Sarca proprio all’interno di un Parco fluviale!

Il Trentino, le Giudicarie hanno pagato fin troppo pesantemente i danni ambientali e paesaggistici derivanti dallo sfruttamento delle loro acque. E’ ora che si tenga conto anche delle preoccupazioni degli abitanti, dei turisti e dei frequentatori del fiume, prima che degli interessi delle società concessionarie. E’ inutile prevedere ed istituire i parchi fluviali se poi le acque, principale risorsa del Trentino, vengono ancora violentate e sottomesse agli interessi speculativi di società esterne alla nostra provincia.

Ciò premesso,

il sottoscritto consigliere provinciale interroga la Giunta provinciale per sapere

1. se non ritenga opportuno imporre di continuare ad immettere le acque delle Sorgenti di Stenico nel fiume Sarca anche a valle di un eventuale secondo utilizzo a fini idroelettrici (il primo è quello operato dal CEIS di Stenico), ciò al fine di mantenere inalterata la qualità delle acque di attraversamento dell’abitato di Ponte Arche e della stazione termale di Comano;

2. se non ritenga opportuno imporre comunque un aumento, nel corso dell’anno, della quantità delle acque immesse nell’alveo del fiume Sarca a valle del lago artificiale di Ponte Pià;

3. se non ritenga doveroso considerare, nel calcolo del minimo deflusso vitale del fiume Sarca, che una sorgente ha caratteristiche diverse di portata rispetto ad un corso d’acqua corrente e che dunque possano essere fatte delle eccezioni nel momento in cui una pur minore presenza di acqua è comunque indice di maggiore qualità ambientale;

4. se non ritenga doveroso per l’ente pubblico, prima di rilasciare una qualunque nuova autorizzazione all’utilizzazione delle acque pubbliche che possa comportare deviazioni degli alvei naturali dei corsi d’acqua, oltretutto all’interno di un Parco fluviale ed in una zona interessata da un piano di valorizzazione, organizzare degli incontri pubblici per informare adeguatamente la comunità locale sugli effetti di simili opere;

5. se non ritenga necessario acquisire il parere dei Comuni e delle Comunità interessate, tra cui il parere delle Terme di Comano, degli operatori turistici locali e delle locali associazioni dei pescatori;

6. se non ritenga doveroso, nel caso di nuove utilizzazioni delle acque dei fiumi trentini a fini idroelettrici, favorire nell’autorizzazione i soggetti locali, siano essi costituiti come soggetti pubblici o a forte partecipazione della cittadinanza locale, al fine di compensare almeno sul piano economico le comunità locali dei pesantissimi danni subiti in passato e che potrebbero subire ancora dall’attivazione di nuovi impianti.

dott. Roberto Bombarda

 

     

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