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Trento, 11 maggio 2007
Disegno di legge nel testo unificato:
"GOVERNO DEL TERRITORIO FORESTALE E MONTANO,
DEI CORSI D'ACQUA E DELLE AREE PROTETTE"

Intervento per dichiarazione di voto di Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per l’Unione

Dichiaro voto favorevole a questa legge, complessa ed ambiziosa, che innova sensibilmente la legislazione provinciale nelle materie in oggetto. Si tratta – io credo – di un esempio concreto di quella che il presidente Dellai ha definito nel suo programma di legislatura “modernizzazione sostenibile” del Trentino.

La montagna, con la sua ricchezza di acque, foreste, biodiversità e paesaggi viene finalmente letta con una visione generale e strategica, dove il patrimonio territoriale è considerato nelle sue valenze ecologiche, economiche, identitarie.

Questo in un momento storico importante, nel mentre siamo testimoni impegnati ad arginare i cambiamenti climatici, come ci ammonisce l’International Panel on Climate Change, nonché a conservare e trasmettere alle future generazioni la biodiversità, le risorse idriche e la ricchezza ambientale e paesaggistica, come ci ricordano le Nazioni Unite. Perché anche noi, piccoli umani, siamo parte integrante dell’ecosistema, condividiamo il nostro destino con le altre specie animali e vegetali, portiamo con noi, come dice Norman Myers, “la nascita e la morte delle stelle”. Occorre dunque agire localmente pensando globalmente, con coscienza e competenza. E con sensibilità ambientale. Quella che, parafrasando il coraggio descritto dal Manzoni, “o uno ce l’ha o non se la può dare”.

Con particolare soddisfazione voglio salutare quella parte della nuova legge che pone le condizioni per la nascita di nuovi parchi naturali montani, fluviali ed agricoli. A settant’anni dall’istituzione del Parco nazionale dello Stelvio ed a quarant’anni dalla previsione nel PUP dei parchi naturali Adamello-Brenta e Paneveggio-Pale di San Martino potranno vedere la luce, con il protagonismo delle comunità locali, i parchi del Baldo, del Bondone, dell’area Cadria-Tenno-Misone; i parchi fluviali dell’Avisio, del Sarca e del Chiese; i nuovi parchi agricoli, tra i quali auspico al più presto quello dell’Alto-Garda, della cui attivazione si sta occupando da mesi un comitato locale.

Il legislatore ha fatto la sua parte, più in là non si poteva obiettivamente spingere: spetta ora alle comunità locali cogliere gli indirizzi, quanto di buono è stato indicato, per dare piena attuazione ai contenuti della legge, con saggezza e lungimiranza, nell’interesse delle attuali e delle future generazioni.

Si tratta di un momento che non ho timore di definire “storico”, un passaggio del quale tutto il Consiglio, io credo, debba e possa andare fiero, un punto estremamente qualificante di questa legislatura. Penso che i giovani ci saranno riconoscenti per questo atto, compiuto soprattutto pensando a loro. Atto che forse poteva essere ancor più coraggioso, riconoscendo il titolo di parco anche ad altre aree eccellenti del Trentino quali i Lagorai, il Latemar e le Piccole Dolomiti. Accanto ai parchi naturali trovano spazio nel disegno di legge l’istituzione della rete provinciale delle aree protette, che potrà raccordarsi con le reti ed i corridoi nazionali ed internazionali e la cabina di regia sulle aree protette ed i ghiacciai, con importanti compiti di programmazione e supervisione. L’attenzione ai ghiacciai, in questo periodo per loro così delicato, mi appare come il giusto riconoscimento della loro importanza in termini ecologici, economici e culturali: essi rappresentano la punta di diamante dell’ambiente naturale della nostra provincia ed anche uno straordinario valore culturale ed identitario.

I traguardi che vengono raggiunti con la nuova legge riconoscono l’impegno di molte persone che hanno creduto, nei decenni, a questo sogno. Un sogno che in molte occasioni, nel corso della legislatura, ho temuto che rimanesse tale. Tante sono state infatti le amarezze e forse debbo prevalentemente alla mia ostinazione – lo capisco, a volte forse irritante per qualcuno – il raggiungimento della meta. Perché se c’è un motivo, sopra tutti, per il quale si giustifica la mia presenza in quest’aula autorevole, esso risiede proprio nel poter essere portatore della sensibilità ambientale, della quale vado fiero come montanaro e valligiano. In questi anni ho girato le valli per promuovere le nuove aree protette, per spiegare il loro valore insostituibile, per far conoscere anche le opportunità – culturali, sociali, economiche – che possono nascere da un’attenta gestione del patrimonio naturale. Mi sono sentito, per certi versi, un “piazzista dei parchi”. Ma tant’è: dopo aver visitato in tutto il mondo oltre cento parchi avevo l’aspirazione e l’ambizione che alcuni dei luoghi più straordinari di questa nostra terra irripetibile potessero fregiarsi di questo riconoscimento di valore internazionale. “Per il beneficio ed il godimento della popolazione”, come sta scritto sul portale d’ingresso dello Yellowstone national park, primo parco del mondo.

Debbo infine alcuni ringraziamenti. Agli assessori provinciali competenti, Mellarini, Grisenti e Gilmozzi, in particolare a quest’ultimo, per il quale debbo essere stato in qualche momento – e di questo mi scuso pubblicamente - una vera e propria “ossessione”; ai colleghi della maggioranza consiliare, ad iniziare dai capigruppo e dai presidenti della III e II commissione Pinter e Parolari; al dottor Masé, alla dottoressa Matonti ed ai loro collaboratori; ai funzionari delle commissioni consiliari Fontana e Loss. Mi sia concesso, per finire, un pensiero a San Francesco, patrono d’Italia e degli ecologisti: il disegno di legge è stato presentato infatti non casualmente il 4 ottobre e, come promesso, andrò in pellegrinaggio ad Assisi in segno di devozione e di riconoscenza. Così come sarò sempre riconoscente a tutti coloro, in particolare nella SAT, che con intelligenza e passione mi hanno trasmesso la conoscenza e l’amore per la montagna e per la mia Terra, sopra tutti mio padre.

 

     

Roberto Bombarda

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