Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 22 marzo 2007 Botta e risposta. La giunta provinciale dà il via libera all’opera di presa subacquea per rifornire i cannoni della Paganella? L’Associazione per il lago di Molveno risponde con le carte bollate: diffidando la Provincia dal proseguire lo “scempio ambientale” in atto e informando la Procura della situazione. Torna all’attacco anche il consigliere verde Roberto Bombarda, con un’interrogazione in cui chiede che la quota del lago sia portata “ad un livello accettabile durante tutto il periodo dell’anno”. I difensori del lago non hanno nessuna intenzione di arrendersi. Anzi, mentre i tubi attingono acqua, l’associazione attinge tutte le informazioni necessarie a combattere la sua battaglia. «Siamo partiti da una richiesta di accesso agli atti - spiega Maurizio Giordani, uno dei soci - e contestualmente il nostro legale ha ritenuto opportuno inoltrare anche una diffida. Il nostro non è un attacco frontale, ma una esigenza di conoscere tutti gli aspetti che ineriscono la salvaguardia del lago». Il legale, l’avvocato Franco Mellaia di Bolzano, che ha seguito anche le vicende del lago d’Idro, ha compiuto nei giorni scorsi un sopralluogo a Molveno, «verificando - prosegue Giordani - che la quota del lago è più bassa di 28 metri rispetto al livello naturale di 823 metri, in virtù dello sfruttamento idroelettrico. Secondo il suo parere questa situazione confligge con le normative in vigore per la tutela dei corpi idrici superficiali (gli articoli 299 e 300 del Dpr 152 del 2006) ed ha ravvisato uno scempio ambientale intimando alla Provincia di mettere in atto tutto quanto di sua competenza per rimuovere questa situazione. Naturalmente non si dice di abolire lo sfruttamento idroelettrico ma di piegarlo alle esigenze di tutela del bene». Clara Campestrini, consigliere di minoranza e anche lei membro dell’associazione, precisa: «Vogliamo raccogliere informazioni per essere pronti a tutelarci. Per farlo dobbiamo partire dagli Anni 50, da quando è stata data la concessione prima alla Sism (Società idroelettrica Sarca Molveno) e poi a Enel Produzione Spa. L’obiettivo è avere una situazione di ripristino delle quote del lago. Se sfruttamento ci dev’essere, dev’essere fatto in maniera compatibile. Non come avviene oggi, che il livello può scendere fino a 40 metri». Roberto Bombarda fa sue le osservazioni dell’associazione: «La contestazione è: se l’Enel può rinunciare a 200 mila metri cubi di acqua perché l’ente pubblico la dia agli impiantisti, quell’acqua si può lasciare nel lago. La scadenza delle grandi derivazioni, nel 2010, offrirà l’occasione per ridiscutere i livelli. Decidere oggi è quasi un voler sfuggire a un confronto più ampio». |
ROBERTO
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