Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 9 luglio 2008 Malgrado i progressi tecnici e la concorrenza più forte, più di un cittadino europeo su tre non trae, ancora oggi, pienamente vantaggio dalla società digitale. Se questa fosse più “inclusiva”, i siti web più accessibili e internet a banda larga più disponibile per tutti gli abitanti dell’Unione europea, si potrebbero ottenere dei benefici che andrebbero da 35 a 85 miliardi di euro in cinque anni. La Commissione ha presentato al Consiglio la sua iniziativa sulla e-inclusione, invitando gli Stati membri a sostenere una serie di azioni chiave, tra cui una campagna di sensibilizzazione per il 2008 denominata “e-Inclusione, partecipa anche tu!”. Si sta valutando inoltre la possibilità di adottare una regolamentazione sulla e-accessibilità simile a quella vigente negli Stati Uniti. “Nella società odierna, l’accesso all’informazione da parte di tutti i cittadini è un diritto e anche un presupposto di prosperità. Non è moralmente accettabile né economicamente sostenibile lasciare indietro milioni di persone, incapaci di utilizzare a loro vantaggio le tecnologie dell’informazione e della comunicazione” ha dichiarato Viviane Reding, Commissario responsabile della società dell’informazione e dei media. “Con l’iniziativa, la Commissione rafforza il suo impegno per combattere l’esclusione digitale in Europa. I progressi avrebbero dovuto essere molto più rapidi. La Commissione invia un segnale chiaro a tutte le parti interessate, ossia l’industria, i legislatori e i governi sul fatto che occorre agire insieme adesso per garantire una società dell’informazione accessibile a tutti.” La Commissione ritiene che le tecnologie ICT debbano garantire la libertà di scelta ed essere concepite per essere utilizzate da tutti, indipendentemente dalla situazione personale e sociale, riducendo così le disuguaglianze sociali. In una dichiarazione pronunciata a Riga nel 2006, i ministri della Ue si sono impegnati a conseguire obiettivi ben definiti, tra cui il dimezzamento dei divari nell’uso di internet e l’alfabetizzazione digitale e il conseguimento dell’accessibilità al 100% dei siti pubblici entro il 2010. Il conseguimento di questi obiettivi permetterebbe di ottenere dei benefici di un importo compreso tra 35 e 85 miliardi di euro nell’arco di cinque anni. Il progresso, tuttavia, rimane frammentato e lento, malgrado gli obiettivi stabiliti e le numerose azioni che coinvolgono le autorità pubbliche, l’industria e la società civile. La maggior parte degli obiettivi stabiliti a Riga non saranno conseguiti entro il termine previsto. L’accessibilità dei siti pubblici è ferma al 5%. Solo il 10% delle persone di età superiore a 64 anni utilizza internet, mentre la media europea è del 47%. Se non si interviene subito, spiega la Commissione, “il divario sarà dimezzato solo nel 2015 e non nel 2010”. Le ultimi indagini svolte per la Commissione indicano che l’accessibilità dei siti web, dei terminal di comunicazione, degli apparecchi TV e di altre tecnologie ICT rimane problematica e che le persone con un livello di istruzione inferiore, quelle economicamente inattive e gli anziani sono quelli che rischiano maggiormente di restare indietro. Per far fronte a questa sfida, l’iniziativa europea per una società accessibile a tutti istituisce un quadro strategico per: consentire a tutti di partecipare alla società dell’informazione colmando i divari in termini di e-accessibilità, banda larga e competenze; accelerare l’effettiva partecipazione di coloro che rischiano di rimanere esclusi e migliorare la qualità della vita di queste persone; integrare le azioni a favore dell’e-inclusione in Europa, ottimizzando il loro impatto duraturo. Nel corso del 2008 la Commissione organizzerà una campagna di sensibilizzazione denominata “e-inclusione, partecipa anche tu!” che culminerà, verso la fine dell’anno, in una conferenza ministeriale per rendere noti i progressi realizzati e rafforzare gli impegni assunti a tutti i livelli. Oltre a sostenere attività di ricerca e progetti pilota, la Commissione valuterà la possibilità di un approccio legislativo orizzontale per rendere la società dell’informazione più accessibile, garantire la parità dei diritti e assicurare l’esistenza di un vero mercato unico. Vari Stati membri dell’UE (tra cui Regno Unito, Spagna e Italia) hanno già iniziato ad adottare misure legislative in materia di e-accessibilità. Negli Stati Uniti la legge “American with Disabilities” del 1990 ha consentito di compiere notevoli passi avanti e recentemente è stata applicata ai servizi on line, come i siti web. Ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale 1. a promuovere ed attuare anche in Trentino l’iniziativa europea “e-inclusion” per superare il divario digitale tra i propri cittadini. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda |
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