Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 29 febbraio 2012 A Bolzano c’è la “Salewa-Cube”, una struttura avveniristica con 1850 metri quadrati di superficie arrampica bile, 175 vie periodicamente rinnovate su tutti i livelli di difficoltà, un’altezza massima di 18,5 metri dal suolo. Ancora in Alto Adige, tra le altre, meritano di essere citate la “DolomitArena” di Sesto, con 45 vie ed una torre da 16,5 metri e la recente palestra comunale di Brunico, con 36 vie dal 3° al 7c+. Ma se invece che a nord ci rivolgiamo a sud di Trento troviamo che a Verona c’è la “King Rock”, una struttura da ben 150 metri quadrati di superficie arrampicabile, con area boulder, decine di vie eccetera. Ed è meglio non andare a vedere quanto hanno fatto in alcune città austriache e tedesche, anche più piccole di Trento. Stiamo evidentemente parlando di arrampicata sportiva su strutture artificiali, un argomento ben noto al Trentino visto che proprio ad Arco, la scorsa estate, si sono tenuti i campionati del mondo di arrampicata sportiva. Uno sport che fa della Valle del Sarca un punto di riferimento a livello internazionale. Nonostante ciò e nonostante Trento sia sede della Società degli Alpinisti Tridentini, che con 27 mila soci è la maggiore associazione del Trentino, e sia pure sede del Filmfestival della Montagna, che con i suoi 60 anni di vita è il primo ed il più importante al mondo nel suo settore, nel capoluogo della nostra provincia non ci sono grandi strutture appositamente dedicate all’arrampicata sportiva, che in città e dintorni conta comunque centinaia di praticanti. Il Trentino, va aggiunto, ospita pure alcune tra le maggiori imprese italiane costruttrici di componentistica per l’arrampicata artificiale nonché aziende leader mondiali nel campo delle calzature e dell’abbigliamento tecnico. Di realizzare a Trento una struttura appositamente dedicata ai praticanti di questo sport si parla da molti anni, soprattutto dopo che a causa di un incendio è venuto meno un luogo che costituiva, ai Solteri, il punto di riferimento. Ci sono state persino raccolte di firme, appelli e naturalmente le “promesse” di alcuni assessori provinciali e comunali. Più recentemente, l’idea è tornata a galla al fianco del progetto per una “casa dello sport” presso il centro alle Ghiaie di Trento. Dai materiali progettuali e promozionali dei lavori si evince che “si tratta di una struttura per l’arrampicata sportiva coperta, dotata di spazi accessori che la qualificano come luogo inteso non solo come punto di ritrovo per i tesserati e professionisti ma visto piuttosto come evento di aggregazione sportiva e sociale dove il professionista e/o il dilettante si allenano, dove si tengono corsi specifici, dove il tesserato decide di iniziare la pratica dell’arrampicata ma dove anche una famiglia può decidere di trascorrere un’ ora o un intero pomeriggio in modo diverso, seguita da personale qualificato e sicura di trovare un ambiente aperto e attrezzato per le proprie esigenze. Si compone di una grande sala rettangolare di altezza 15 m con attigua sala boulder suddivisa in quatto ambienti in modo che possa essere allestita con diversi gradi di difficoltà dando la possibilità di un uso simultaneo degli spazi. Vi è la possibilità di sfruttare ben 75 metri di parete e una parte di essa è adibita per gare e spettacoli; è anche dotata di parete inclinabile. L’accesso è possibile dalla hall generale d’ingresso quota 212m slm con relativo vano di comunicazione o dalla quota 208m slm , accesso per gli sportivi. Il piano di calpestio della palestra d’arrampicata si trova a quota 204. La parete a monte sara’ rinforzata, a mezzo di staffe e bullonature, di rinforzi in acciaio verticali tra i pilastri necessari per l’applicazione dei pannelli attrezzati per l’arrampicata. Pensata per accogliere in maniera confortevole e del tutto indipendente gli amanti di questa pratica la struttura è dotata di spogliatoi interni e di uno spazio magazzino apposito affinché i tesserati possano depositare la propria attrezzatura. All’interno della palestra troverà posto anche un piccolo info point-negozio dove noleggiare o acquistare attrezzatura tecnica per l’arrampicata. È autonomamente dotata di uno spogliatoio a quota 208, posto nelle vicinanze di un percorso sicuro, suddiviso in uomini e donne. Accedendo dalla quota 212 m slm (quota di accesso per il pubblico) si trova un piccolo bar adiacente alla hall: il bar è stato pensato per intrattenere il pubblico con vista sulla palestra di roccia”. Morale, siamo già oltre i tempi supplementari, le altre città sulle rive dell’Adige ci hanno superato offrendo ai loro concittadini strutture di valore internazionale, che attraggono turisti e praticanti, che creano valore ai rispettivi territori, che incentivano e favoriscono la pratica di uno sport che è affine alle attività all’aria aperta ed alle vocazioni di una terra di montagna. Si attende il completamento dell’opera presso lo studentato universitario per capire se sia veramente adeguata alla domanda ed al livello della concorrenza e di sapere se tutti gli utenti esterni, anche non studenti universitari, potranno accedere alla struttura ed a quali condizioni. Ciò premesso si impegna la Giunta provinciale 1) a coinvolgere i soggetti trentini rappresentativi dei praticanti dell’arrampicata sportiva – in primo luogo la Federazione di Arrampicata Sportiva (FASI), il CONI, la SAT ed il Collegio delle Guide alpine del Trentino – nella valutazione circa la reale efficacia della nuova struttura, presso lo studentato universitario di San Bartolameo a Trento, a risolvere definitivamente il problema della carenza di uno spazio adeguato alla domanda; 2) ad intervenire presso l’Opera universitaria affinché la struttura di cui al punto precedente, se giudicata adeguata, possa essere aperta a tutto il pubblico interessato negli orari più ampi possibili ed alle condizioni economiche più convenienti; 3) a valutare con il Comune di Trento, nel caso in cui la palestra di cui al punto 1. non fosse ritenuta adeguata, la possibile realizzazione nell’ambito della città capoluogo di una struttura per l’arrampicata sportiva indoor di valenza provinciale, sul modello quantomeno di quelle realizzate a Bolzano ed a Verona; 4) a considerare pure la possibilità di impiegare a questo fine in modo parziale o totale immobili originariamente a destinazione industriale e artigianale oggi dismessi ed inutilizzati e rientranti nel patrimonio della Provincia o delle società controllate e partecipate; 5) a prevedere in tutte le fasi l’adeguato coinvolgimento dei praticanti, in particolare attraverso la Federazione di Arrampicata Sportiva (FASI), il CONI, la SAT ed il Collegio delle Guide alpine del Trentino, nonché delle aziende specializzate che hanno sede in Trentino e che operano nel campo della costruzione di strutture per l’arrampicata ed anche in quello delle calzature e dell’abbigliamento sportivo, al fine di valutare un loro possibile coinvolgimento; 6) a garantire nel triennio 2012-2014 un adeguato finanziamento al fine di rendere possibile l’eventuale progettazione, costruzione e promozione dell’opera. Cons. Roberto Bombarda
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