verdi del trentino
    archivio generale articoli, lettere, comunicati e interviste dalla stampa
ANNI:
  2021 - 22   2019 - 20 2017 - 18 2015 - 16 2013 - 14 2011 - 12 2009 - 10 2007 - 08 2005 - 06 2003 - 04 2000 - 02
torna a precedente    
   

 HOMEPAGE

  I VERDI
  DEL TRENTINO

  
  CHI SIAMO

  STATUTO

  REGISTRO CONTRIBUTI

  ORGANI E CARICHE

  ASSEMBLEE
  CONFERENZE STAMPA
  RIUNIONI


 ELETTI VERDI

  PROVINCIA DI TRENTO

  COMUNITÀ DI VALLE

  COMUNE DI TRENTO

  ALTRI COMUNI


 ELEZIONI

  STORICO DAL 2001


 ARCHIVIO

  ARTICOLI

  DOSSIER

  CONVEGNI

  INIZIATIVE VERDI

  PROPOSTE VERDI

  BIBLIOTECA

  GALLERIA FOTO

  

      



Roma/Trento, 2 settembre 2020
Referendum, Bonelli:
"Io, ecologista, ecco perchÉ voto no"

Ex deputato, sul taglio dei parlamentari il leader dei Verdi dice:
"Questa è una controriforma che penalizza i giovani e che attacca il nostro pluralismo politico.
Si cambia la Costituzione ad uso della propaganda di un partito
che teorizza il superamento delle Camere ma ama le cariche di potere e ministeriali più di tanti altri"

di ANGELO BONELLI

Sono figlio di un appuntato dei carabinieri e di una casalinga cresciuto in un quartiere popolare e difficile di Roma che si chiama Casal Bernocchi. Lì ho iniziato le mie battaglie ecologiste e grazie alla nostra Costituzione sono diventato per un breve periodo della mia vita deputato dei Verdi della Repubblica italiana. 

Con la controriforma sul taglio dei parlamentari si ridurranno drasticamente la speranza e la giusta ambizione di tanti giovani di portare il proprio impegno civico, ecologista e sociale nel Parlamento: è un referendum anche contro i giovani ed in particolare di quelli che vengono dalle realtà sociali più difficili. Con la vittoria dei Sì al referendum del 20-21 settembre si penalizzeranno fortemente tutte le minoranze e si ridurrà drasticamente la rappresentanza di territori a bassa densità di popolazione ( Basilicata, Umbria, Liguria).

Il taglio ha una strategia precisa: creare un'oligarchia politica per la gestione del potere e del Parlamento ed emarginare quelle minoranze qualificate che in questi anni sono state artefici di battaglie in difesa dell'ambiente, dei diritti civili, della giustizia sociale e dei migranti. Senza quelle forze non avremmo avuto mobilitazioni e conquiste importanti come ad esempio sul nucleare, contro i condoni edilizi, sul divorzio o sulla legge 194.

Ci troviamo di fronte ad un forte attacco al pluralismo politico nel nostro Paese, con un atteggiamento politicamente suicida  dal parte del Pd che teorizza - con la riduzione dei parlamentari e la legge elettorale presentata in parlamento insieme al M5S - di fare tabula rasa di quelle forze politiche che ad esempio in Emilia Romagna hanno consentito a Stefano Bonaccini di vincere le elezioni contro la Lega. Con questa controriforma si vuole scegliere la classe politica sulla base dell'appartenenza al capo politico e non al territorio e ai suoi elettori. 

Era il luglio del 2018 e Davide Casaleggio, fondatore dell'associazione Rousseau che di fatto controlla il M5S, teorizzava il superamento del Parlamento e della democrazia rappresentativa. "Tra qualche lustro" le Camere potrebbero non essere più utili, "oggi grazie alla Rete e alle tecnologie - dice Casaleggio in un'intervista alla Verità - esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile".

Luigi Di Maio, allora vicepremier del governo con la Lega, in un'intervista all'Aria che Tira su La7 conferma: "Di solito i Casaleggio ci prendono sempre quando parlano di futuro, i cittadini già ci dicono che il Parlamento è inutile. Sta a noi, con atti concreti, dimostrare il contrario". 

L'8 ottobre 2019 la Camera dei deputati in quarta lettura approva il taglio dei parlamentari voluto dal M5S e il Pd a guida Zingaretti che dopo aver votato per ben tre volte No, alla quarta volta incredibilmente e incoerentemente vota Sì per dare vita al governo Conte bis.

Sotto il peso di una demagogia insopportabile e dannosa per le istituzioni e per la vita dei cittadini, con il referendum sul taglio dei parlamentari si sta attuando non solo la demolizione della nostra Costituzione ma anche un grande e pericoloso raggiro fatto in nome di una falsa riduzione dei costi della politica pari allo 0,007% della spesa pubblica e dell'efficienza dell'attività parlamentare.

Il referendum del M5S riduce la rappresentanza territoriale quando al contrario l'Italia avrebbe  bisogno, in una fase complicata dal punto di vista sociale, economico e ambientale di rafforzare la rappresentanza democratica nei territori. Il M5S insieme al  Pd non hanno ritenuto fare quello che era giusto e necessario, ovvero equiparare gli stipendi dei parlamentari a quelli di altri Paesi europei, considerato che attualmente i nostri parlamentari hanno gli stipendi più alti nel mondo secondo l'Independent parliamentary standards authority. Vogliono solo tagliare la democrazia e non è vero che vogliono risparmiare sennò avrebbero scelto di tagliare gli stipendi dei parlamentari.

Il Parlamento non si rende più efficiente con la riduzione di deputati e senatori, ma modificando i regolamenti e riconsegnandogli la sua sovranità espropriata dal ricorso sistematico ai decreti e ai Dpcm come sta facendo il governo Conte.

Si cambia la Costituzione ad uso della propaganda di un partito come si è cambiata negli ultimi 15 anni per ben tre volte la legge elettorale piegandola agli interessi dei partiti rendendo fragile la nostra democrazia:  Porcellum 2005, Italicum 2015 ( poi dichiarato incostituzionale ), Rosatellum nel 2017. L'Italia è un'anomalia in tutta Europa anche per questo e grazie a questa demagogia antiparlamentare di chi teorizza il superamento del Parlamento ma ama le cariche di potere e ministeriali più di tanti altri a prescindere dalle capacità.

Le parole di Umberto Terracini, presidente dell'assemblea costituente, sono oggi quanto mai attuali e chi ha voluto questa riforma le ha dimenticate: "Il numero dei componenti un'assemblea deve essere in certo senso proporzionato all'importanza che ha una nazione, sia dal punto di vista demografico, che da un punto di vista internazionale"; - "la diminuzione del numero dei componenti [...] sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuole diminuire l'importanza di un organo rappresentativo s'incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni";  - " [...] certi sentimenti di ostilità, non preconcetta, ma abilmente suscitata fra le masse popolari contro gli organi rappresentativi nel corso delle esperienze che non risalgono soltanto al fascismo, ma assai prima, quando lo scopo fondamentale delle forze anti progressive era la esautorazione degli organi rappresentativi rappresentativo s'incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni".

Votare no oggi significa difendere la nostra democrazia contro l'oligarghia di alcuni partiti e salvaguardare anche la speranza di tanti giovani che si impegnano in prima persona e che vorrebbero rappresentare le proprie idee e passioni nel parlamento. Chi vuole battere la casta, oggi, ha il No come strumento per dare un messaggio forte..

Angelo Bonelli
coordinatore nazionale dei Verdi

 

      



Le 10 ragioni
per votare NO

leggi tutto

   

torna su