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Il Consiglio Federale dei Verdi riunito a Roma il 10-11 febbraio 2001

MOZIONE SUL PROBLEMA ENERGETICO

In Europa l’obiettivo della produzione dell’energia elettrica, negli ultimi anni è consentito nello sviluppare e nel dimostrare la validità di tecnologie energetiche efficienti, più pulite e più sicure, con il vincolo della loro compatibilità con l’ambiente e lo sviluppo economico.

A livello Nazionale non sono disponibili documenti in cui compare chiaramente la "opzione carbone" (anzi è riscontrabile esattamente il contrario).

Emerge invece in maniera preponderante la tendenza (già in atto) a trasformare il parco termoelettrico italiano esistente con cicli combinati alimentati a metano (anche per centrali a carbone esistenti) sia da parte di Enel produzione spa che delle altre società attualmente dell’Enel spa, ma destinate ad essere cedute sul mercato ad acquirenti esterni, come da DPCM del 04-08-99, ovvero Interpower spa, Elettrogen spa, Eurogen spa.

Per quanto riguarda il Piano Energetico Regionale varato nel settembre 2000 esso considera come imprescindibile per la pianificazione energetica territoriale, specie in relazione alle attuali linee di indirizzo nazionali e comunitarie, l’adozione di una decisa politica di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili come l’aumento della capacità produttiva da fonte rinnovabile e da combustibile non convenzionale (solare, eolico, idrico, biomasse, ...) e la razionalizzazione degli usi finali.

Ciò è in pratica quanto prevede l’art. 11 del decreto di liberalizzazione del mercato dell’energia, in linea con gli impegni assunti dall’Italia nel protocollo di Kyoto per la riduzione dell’effetto serra.

Il PE regionale prevede rilevanti ricadute positive su: qualità ambientale, occupazione, indipendenza energetica, sicurezza del territorio, livello sociale, economico e strategico.

DALLA LETTURA DEI CONTENUTI DELLE SOPRAINDICATE LEGGI, NORMATIVE, PIANI ENERGETICI E RAPPORTI NON EMERGE ALCUN RIFERIMENTO PRECISO A SCENARI DI SVILUPPO CHE CONSIDERANO L’USO DEL CARBONE COME OBIETTIVO FUTURO SU SCALA NAZIONALE E REGIONALE

A Civitavecchia, nel dicembre scorso l’Enel produzione spa ha presentato una proposta per la demolizione dell’ultima e grande centrale termoelettrica di Torre Valdaliga Nord, e per la sua ricostruzione con l’alimentazione a carbone sempre per una potenza di 2640 Mw.

In base agli accordi internazionali l’Italia deve diminuire l’emissione di CO2 e quindi è veramente singolare che Civitavecchia, con il suo pesante bagaglio di produzione energetica alle spalle, vada controcorrente in termini di contributo alla soluzione di questo grande problema.

SE SI ATTUASSE LA PROPOSTA ENEL, LA PROPOSTA ENEL, CIVITAVECCHIA CONTINUERA’ A PAGARE E A SACRIFICARSI, DAL PUNTO DI VISTA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE.

Infatti è opportuno ricordare che nel comprensorio di Civitavecchia è stata da tempo rilevata, anche dall’OER, un’alta incidenza di malattie dell’apparato respiratorio (asme, allergie, bronchiti croniche e Tumori).

Il territorio è stato ed è soggetto a numerose servitù conseguenti alla monocoltura energetica che si è sviluppata in maniera abnorme nel polo dell’Alto Lazio, specialmente per quanto attiene al problema degli elettrodi e alle infrastrutture per la movimentazione dei combustibili, nonché pesanti vincoli sullo sviluppo portuale e turistico della città.

La scelta Carbone a Civitavecchia che risponde a criteri meramente economici e non tiene in alcun conto i costi sociali, ambientali e sanitari, non farebbe altro che aggravare una situazione già per se ampiamente compromessa.

Il Consiglio Nazionale dei Verdi si impegna ad adoperarsi in tutte le sedi e anche sul territorio al fine di ostacolare e sventare definitivamente questo inaccettabile orientamento dell’ENEL produzione spa e a favorire opzioni alternative di sviluppo sostenibile.

Il Consiglio Nazionale dei Verdi ribadisce invece l’opportunità di andare, in questi grandi impianti di combustione, verso l’utilizzo di combustibili "puliti", nel rispetto anche del pronunciamento delle popolazioni locali avvenuto già nel 1989 con REFERENDUM POPOLARE ovvero del ciclo combinato a metano.

Il Consiglio Nazionale non esclude che, qualora con l’attuazione del processo di liberalizzazione dell’energia elettrica in corso, queste enormi centrali elettriche si dimostrassero obsolete e non sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, i siti individuati possono trasformarsi in "laboratori" di sperimentazione di nuove tecnologie produttive che puntino con determinazione su fonti rinnovabili e sull’energia fredda dell’idrogeno.

BONELLI, BURAT, RIPAMONTI, DE PETRIS, ALLAM, PAISSAN, DE LUCA, BONCOMPAGNI, DI FRANCIA, ROCCHI, NAPOLITANO, SANSA, DONATI, PROCACCI (SEGUONO ALTRE FIRME).

 

(approvata all'unanimità)

 


Consiglio federale nazionale dei Verdi
I documenti approvati nella riunione dell'11 febbraio 2000:

- mozione politica

- mozione sull'energia

- mozione sulla
  chimica in Italia

- mozione sui problemi
  della giustizia

- mozione per il
  finanziamento

vedi anche
ASSEMBLEE

 
 

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